Il Calendario Solare

Il nome della parte alta del paese, Castello, è giustificato dai resti di un sistema di fortificazioni rimasto efficiente fino al XVIII secolo e costituito da mura e torri tra le quali, nelle vicinanze della pietra che probabilmente era adibita a calendario solare, quella a pianta pentagonale dominava un ampio spazio della Valle della Lima. Oggi di questa torre rimane soltanto la base, al lato della quale è stata eretta nel XVI secolo una chiesetta.
Di per sé indicativo anche il nome della borgata di casette, di casulae, che circondano il castello: da Casulae deriva il nome del paese Casoli e come in casi analoghi il toponimo riflette una struttura tipica di insediamenti alto-medievali, col borgo disposto attorno alla parte elevata e fortificata, forse zona di più antica residenza.
Ai piedi di un tratto della cinta muraria interna, oggi diroccata, si trova uno spuntone di pietra biancastra di calcare cavernoso, a forma di due tronchi di cono sovrapposti, la cui superficie superiore, leggermente obliqua, ha un diametro di circa un metro.
Di fronte alla pietra, verso sud, a poca distanza dall’inizio del pendio, si trova uno spuntone roccioso di pianta semicircolare nella parte che guarda la pietra.
In questo secondo spuntone, anch’esso lavorato dalla mano dell’uomo, sono stati ravvisati due sedili congiunti tra loro nella parte di fronte alla pietra.
Ad essa gli studiosi hanno attribuito la funzione di ara, allo spuntone quella di un sedile adiacente.
Lungo la superficie laterale del tronco, a poca distanza dalla superficie, si notano quattro fori senz’altro non attribuibili ad agenti atmosferici, ma opera dell’uomo e che quindi inducono a formulare svariate ipotesi sulla funzione della pietra: stando alla più accreditata si tratta di un calendario astronomico, o quanto meno la pietra a doppio tronco di cono ne costituisce l’elemento centrale, secondo la consuetudine di popoli antichi come i Celti.
I fori, corrispondendo a punti estremi dell’orbita apparente del sole, delimitano il corso delle stagioni e indicano il tempo dei riti connessi a tali date.
Anche riguardo alla datazione non c’è omogeneità di giudizio. Un’ipotesi colloca la pietra-calendario in un periodo molto antico, precedente al II sec. a.C., ad opera di popolazioni Celtiche-liguri.
Un’altra teoria attribuisce il complesso di pietre-calendario ad un’età più recente, intorno al VI-VII sec.d.C., quando alcuni monaci irlandesi giunsero in Lucchesia.

L’attribuzione del complesso, unico in Italia, alla civiltà celtica non appare inverosimile semplicemente considerando quanto comuni fossero presso i Celti le pietre calendario. Due esperti studiosi del calibro del Prof. Ambrosini e del Prof. Zecchini sposano questa tesi.


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