Primi insediamenti umani

A Casoli, oltre a quelle sopra citate, sono presenti anche altre importanti testimonianze di insediamenti umani.
Basti pensare alle numerose coppelle, scavate nei massi di calcare che affiorano dal terreno e sulle pareti o sui pavimenti di caverne e ripari, che si aprono nei dintorni del paese, o alle incisioni serpentiformi, molto probabilmente raffigurazioni della “snake goddess”, la dea serpente, divinità dell’antico pantheon indoeuropeo.
Gli eserciti romani fecero la loro comparsa sulle rive del Serchio al tempo della seconda guerra punica.
Le testimonianze archeologiche di insediamenti romani nella valle sono purtroppo scarse e consistono quasi esclusivamente nel ritrovamento di monete. Da una cavità chiamata Grotta della Piella, in località Solco del Monte, nei pressi di Casoli, sono stati recuperati svariati frammenti di ceramica risalenti al III secolo d.C.: tale datazione è stata resa possibile dal contemporaneo ritrovamento nello stesso sito di venti monete.
Alla scarsità delle scoperte archeologiche, che accomuna del resto la Val di Lima alla Garfagnana, fa riscontro, altro dato comune alle due zone, l’assoluto silenzio delle fonti storiche e letterarie di epoca romana. Anche per questo periodo storico la toponomastica costituisce un efficace supporto per lo studio e l’analisi della popolazione.

Sullo strato di toponimi etruschi, che possono essere il sintomo di una presenza di questa popolazione nella zona intorno al VI-V secolo a.C., si dispone uno strato di toponimi tipici della romanizzazione, e quindi assegnabili all’inizio dell’era imperiale, caratterizzati dalla terminazione “-iano, -iana” (Crasciana, Lugliano, Casabasciana, Mammiano), indicante l’appartenenza di un terreno ad un colono (probabilmente un militare in pensione). Un sintomo interessante della compenetrazione tra Etruschi e Romani è dato dalla pronuncia indubbiamente anomala di “Còcciglia” che, pur essendo di origine latina, appare pronunciata secondo le modalità dell’accento tipico degli Etruschi.
Se ai toponimi sopra elencati si aggiungono quelli derivanti da sostantivi o aggettivi latini come Fornoli, Granaiolo, Vico-Pancellorum, Lucchio, Casoli, Scesta, finiamo per avere una testimonianza, sia pure indiretta, della romanizzazione della Val di Lima, molto più ampia di quella offerta dagli scarsi e poco significativi reperti archeologici sino ad oggi rinvenuti.

Durante il regno gotico, Lucca divenne la capitale della Tuscia annonaria. Tuttavia, al di fuori di qualche toponimo, non esistono tracce di stanziamenti gotici nella Val di Lima. In uno studio condotto dal Prof. Ambrosini viene citato l’idronomo Solco della Genitolla, derivante da “genitulla” (tulla= confine di un territorio), nel territorio di Casoli.
Più copiose, invece, sono le testimonianze dell’occupazione longobarda. L’invasione della Toscana nel 570 coincise probabilmente con la repentina conquista di Lucca, in seguito capitale di un importante ducato e poi dell’intera Tuscia longobarda.
La Val di Lima venne conquistata dai Longobardi quasi certamente nello stesso periodo in cui fu occupata la Garfagnana, attorno al 590. In una grotta vicino a Casoli, chiamata Grotta Murata sono stati rinvenuti alcuni frammenti di ceramica a filettatura orizzontale risalenti al V-VIII secolo. Non sono pochi, del resto, i toponimi di origine longobarda ancora presenti nella Valle: Cafaggio, da gahagi (=bosco recintato); Fontana a Troghi, località nell’Alpe dove esiste una sorgente d’acqua, da trog (=fonte, sorgente); Madonna Bitolla, in un bosco dedicato alla Madonna, nei pressi di Casoli da bit-wald (=bosco); Grotta Macalloni, caverna sempre nei pressi di Casoli, da magaldo (=mago, stregone). Ma la presenza di insediamenti longobardi nella valle, oltre che nella toponomastica, trova sicura documentazione in alcune importanti scoperte avvenute alcuni anni fa, sempre nel paese di Casoli.


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