I Goti a Casoli

In un’abitazione posta lungo la via della Mora si trova una pietra in arenaria, di dimensioni 65x25cm, su cui è incisa con notevole chiarezza un’iscrizione germanica in caratteri gotici, comprovante la possibile presenza gotica e longobarda in questa zona. Sulla pietra si trovano 13 segni che occupano la parte centrale e che rappresentano una forma leggermente variata dell’alfabeto gotico, il cosiddetto “tipo I”.
Studi filologici, linguistici e dialettologi condotti dal Prof. Ambrosini hanno ipotizzato che le eventuali difficoltà di lettura dell’iscrizione, a causa della leggera differenza di alcuni di questi segni rispetto al canonico alfabeto gotico, potrebbero essere superate accettando due ipotesi: l’uso dell’alfabeto gotico da parte di parlanti longobardi e l’influsso dell’alfabeto latino su quello gotico o sulla forma che a questo diedero i longobardi.
Pertanto, l’iscrizione avrebbe questo significato:

“uuotom a(o)veis si”
Al furente-indemoniato (uuotom) grazia (a(o)veis sia (si)

Da un’accurata analisi del sito possiamo ipotizzare che la pietra sia stata collocata originariamente nella posizione in cui la troviamo, inserita lungo lo spigolo di un muro tuttora visibile, che tende a sporgere leggermente nella parte più bassa e che forse, originariamente, era al piano terra.
Considerando che sulla stessa parete, ma dal lato opposto a quello su cui è posta l’iscrizione, si trovava anche un’altra pietra con l’incisione di una figura che poteva rappresentare un angelo (S. Michele, santo particolarmente venerato dai Longobardi), è possibile ipotizzare che tale muro costituisse la parte centrale di una costruzione aperta posta proprio lungo l’antica via longobarda e che funzionasse, data la sua collocazione all’esterno del borgo, come ospedale o meglio come lazzaretto.
Le grotte poste proprio alle spalle della costruzione probabilmente erano luoghi di ricovero dei malati, sorvegliate da questo edificio-loggia, mentre l’iscrizione sulla pietra costituiva contemporaneamente un’indicazione della funzione del luogo ed un’invocazione religiosa per la guarigione dei ricoverati.
Non si esclude tuttavia una diversa destinazione, ad esempio come ricovero per viandanti, un’ipotesi che troverebbe credito nell’ubicazione dell’edificio, lungo una strada identificabile quasi sicuramente con un tratto dell’antica via Lombarda il cui tracciato, che metteva in comunicazione l’Emilia con la Toscana, non è ancora del tutto noto: sembra discendesse dall’Appennino per la valle del Sestaione, costeggiando la Val di Lima meridionale (passando per Casoli) per poi risalire sull’altopiano delle Pizzorne.


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