Valle del Serchio

Stretta fra i verdi rilievi Appenninici ed i contrafforti rocciosi delle Apuane si apre la Valle del Serchio, uno degli angoli nascosti più incantevoli della Toscana.
Data la sua posizione strategica, questa terra fu oggetto di continue invasioni; nel III sec. a.C. era abitata da un piccolo e forte popolo di cacciatori e di pastori, i Liguri Apuani, che fieri della loro libertà seppero resistere agli attacchi dei grandi eserciti Celti e Galli, finché nel 179 a.C. i Romani riuscirono ad invaderne il territorio, deportando 60.000 abitanti nel Sannio. I pochi rimasti, pur assorbendo molti aspetti della civiltà romana, riuscirono a mantenere il proprio spirito indomito.
Alla dominazione romana seguì quella longobarda; dal medioevo la valle fu dominata dai lucchesi, dai fiorentini e dagli estensi, ora alleati, ora contrapposti.
La Valle del Serchio finì così per essere divisa in Vicarie indipendenti tra loro per cultura ed interessi politico-economici.
Malgrado le differenze, riscontrabili soprattutto nelle diverse architetture della valle, esiste da sempre un elemento che accomuna gli abitanti: la cultura del castagno e della selva, luogo di culto e di magia.
Il bosco ha rappresentato infatti il cuore e il fulcro di questo territorio, mentre l’agricoltura era e tutt’oggi rimane un’attività secondaria, a causa della particolare conformazione del territorio, che non ne consente lo sviluppo intensivo.


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